Nazionale

A Brescia sport e contrasto alle discriminazioni di genere

Nella giornata d’apertura di Cosmodonna l'Uisp ha raccontato la Carta dei diritti delle donne nello sport. Parlano M. Claysset e P. Vasta

 

Nella mattinata di venerdì 31 marzo, in occasione dell’apertura di Cosmodonna, “la fiera tutta al femminile”, visitabile al Brixia Forum di Brescia fino al 3 aprile, l’Uisp ha tenuto un panel sul tema della discriminazione delle donne nello sport e della violenza di genere.

Al tavolo dei relatori, con la presidente del Comitato Uisp Brescia Paola Vasta, c’erano Manuela Claysset, responsabile nazionale Politiche di Genere e Diritti Uisp, Francesca Savoldini, responsabile per Uisp Brescia delle Politiche di Genere e Piera Stretta, già presidente della Casa delle Donne.

Un momento di confronto molto positivo: “E’ stato davvero interessante – ha detto la presidente Vasta – per i temi trattati e per le modalità attraverso cui sono stati affrontati. L’incontro di oggi ha aperto nuovi scenari e nuove prospettive per un lavoro di maggiore sensibilizzazione, con tante idee per aprire nuove dinamiche di collaborazione con la Casa delle Donne ed i Centri Antiviolenza. L’obiettivo è quello di promuovere altri appuntamenti di questo tipo”.

La conferenza è stata l’occasione per parlare della Carta europea dei diritti delle donne nello sport, elaborata dall’Uisp, con la collaborazione di altri partner internazionali, nell'ambito del progetto “Olympia-equal opportunities via and within sport domani”, a cui ha recentemente aderito il Comune di Brescia, come già accaduto a Bologna, Firenze, Torino, Bolzano, Genova, e in tante altre città. Proposta per la prima volta dall’Uisp nel 1985, venne trasformata nella Risoluzione delle donne nello sport nel 1987 dal Parlamento europeo e aggiornata negli anni. Nella città “Leonessa d’Italia”, la Carta è stata presentata dall’Uisp, lunedì scorso 27 marzo, a Palazzo Loggia, insieme all’assessora alle Pari Opportunità Roberta Morelli e al consigliere delegato allo Sport on. Fabrizio Benzoni.

“La Carta dei diritti delle donne nello sport – ha spiegato Manuela Claysset - rappresenta per l’Uisp un piano di lavoro su cui mettere in atto una serie di azioni, prendendo come esempio gli ambiti in cui la Carta si struttura: dalla promozione dell’attività motoria-sportiva, alla leadershipmediaricercaformazione ed ambiti come il contrasto all’omofobia, alla violenza nello sportl’inclusione di persone trans nello sportcontrasto alla prostituzione e il tema del linguaggio. Aderire alla Carta significa mettere a disposizione il proprio impegno e la propria professionalità per la realizzazione di quanto in essa prescritto”.

La Carta si rivolge a tutti gli operatori e le operatrici, ad organizzazioni, federazioni, tifoserie, autorità e istituzioni per promuovere uno sport in linea con i valori di socialità e inclusione, per una pratica sportiva capace di aprirsi a tutti, indipendentemente dall'orientamento sessuale, con pari opportunità e dignità e senza discriminazioni sociali né economiche. 

Il 31 marzo, ha ricordato la Claysset, è anche la Giornata internazionale della visibilità transgeder: “Mi piace sottolineare l’impegno che, come Uisp, abbiamo su queste tematiche; siamo l’unico Ente che ha una tessera che riconosce le persone trans: il Tesseramento Alias. Non solo, abbiamo anche una serie di progetti ed attività sviluppate negli anni, da Giochiamo Misti  a Queer Fit ed altre attività organizzate in collaborazione con il Gruppo trans, Arcigay, ACET ed altre realtà anche locali”.

Claysset, a nome della Uisp nazionale e la presidente Paola Vasta, a nome del territoriale bresciano, hanno espresso massima solidarietà e vicinanza a Valentina Petrillo, prima atleta transgender italiana, che sta vivendo una situazione molto delicata e sta subendo continui attacchi da parte di altre atlete che non vogliono che lei gareggi con le donne. Valentina però rispetta tutti i criteri stabiliti dalla federazione nazionale ed internazionale di riferimento; attaccare lei, non è certo il modo corretto per affrontare una questione così complessa.

Ph. credits: Cosmodonna